Se hai bisogno di vitamina D, specie in inverno, devi aver cura di introdurla attraverso l’alimentazione: ecco i cibi da non farsi mancare
Mentre d’estate il problema non si pone neanche lontanamente, d’inverno la probabilità che molte persone presentino livelli bassi di vitamina D si alza notevolmente. Questo, ovviamente, per via della scarsa disponibilità di ore di sole.
I raggi ultravioletti (UV), quando si tratta di vitamina D, giocano infatti un ruolo fondamentale. Sono proprio questi ultimi che, colpendo la pelle, sono responsabili dell’innesco della sua sintesi.
Questo, però, non significa che tale vitamina non possa essere introdotta attraverso l’alimentazione, specie quando sono le fredde temperature a farla da padrone. Nel prosieguo, nella fattispecie, ti elencheremo quelli che sono i cibi che non dovrebbero mai mancare sulla tua tavola per quel che concerne l’assunzione di vitamina D.
Prima di concentrarci sugli alimenti che ci garantiscono un buon apporto di vitamina D, cerchiamo di comprendere quali funzioni essa abbia.
Nota anche come “calciferolo”, la vitamina D è una vitamina liposolubile che, innanzitutto, gioca un ruolo fondamentale in termini di salute di articolazioni e ossa, in quanto funzionale all’assorbimento di calcio e fosforo. Mantenerne alti i livelli, dunque, significa ridurre le probabilità di sviluppare osteoporosi.
In aggiunta, la vitamina D entra in funzione anche quando si tratta di difese immunitarie, aiutandoci a prevenire infezioni di vario genere, e in modo particolare i malanni di stagione. Eccoti spiegati, dunque, i motivi per i quali questa vitamina non dovrebbe mai essere al di sotto della soglia indicata come minima.
I cibi che vengono in nostro soccorso per mantenere alti i livelli di vitamina D sono parecchi. In primo luogo, sarebbe bene cominciare la giornata prediligendo alimenti come latte, yogurt e alcuni formaggi. Pur contenendola in piccole quantità, questi alimenti sono infatti in grado di apportare una minima dose di vitamina D.
Largo poi all’uovo, in particolare il tuorlo, che ne contiene anch’esso delle discrete quantità. Ci sono poi i pesci grassi, come sgombro, salmone o sardine, che sono l’ideale quando i livelli di vitamina D si abbassano. Dovresti aver cura, come consigliano gli esperti, di consumarne almeno 2/3 porzioni a settimana.
Sono altrettanto importanti quegli alimenti che contribuiscono a migliorare l’assorbimento della vitamina D. Parliamo, nello specifico, di alimenti che contengono grassi sani: olio di oliva, noci e avocado, che andrebbero combinati con alimenti che apportano discrete dosi di calcio, quali verdure a foglia verde, legumi o latticini.
Sebbene l’alimentazione giochi un ruolo importante, è altrettanto vero che solamente il 20% dell’apporto di vitamina D è legato a essa. La restante parte, infatti, viene sintetizzata a partire dall’esposizione ai raggi solari. Ricorrere all’integrazione, laddove le nostre dosi di questa vitamina non fossero sufficienti, è dunque fondamentale.
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